martedì 9 luglio 2013

A.A.A. Veri guerrieri per vere battaglie.

Ho letto poco tempo fa alcune notizie riguardanti una arzilla cinquentenne che rimane sempre sull'onda. Ogni due secondi nel mondo viene venduta una sua copia. La donna in questione sa sempre vestirsi a modo, e alla moda, non si fa mai trovare struccata, nemmeno al mattino, e soprattutto è sempre accompagnata da un grandissimo sorriso. Si direbbe che è la donna che ogni uomo sogna fin da ragazzino. La donna in questione è americana, è amata soprattutto dalle donne ed è qui che incredibilmente sorge il problema. In quest'epoca che tende a creare la libertà totale, anche per quelle persone che pensano di essere nate nel corpo sbagliato, la nostra signora bellissima e longilinea sembra dare una linea guida alle bambine di mezzo mondo. L'avrete capito, si parla della Barbie. Un gruppo di femministe che si potrebbe definire "ortodosso"critica in maniera pesante sul proprio sito la mitica bambola targandola come un modello sbagliato perchè darebbe l'idea di un'educazione sbagliata, dove la donna è paragonabile ad un oggetto, e come tale dagli uomini (imbecilli) trattata.

Qui parte la mia personale riflessione. Nel nostro mondo non si trovano più battaglie da combattere, e forse anche a causa dei media di mezzo mondo la battaglia preponderante è diventata quella della libertà del terzo sesso. Anche in questo caso ci si schiera. e' inevitabile, alcuni pro e alcuni contro, tra i molti disinteressati. Già il disinteresse che ha contagiato la nostra società scorre anche in questo caso. E' chiaro che se ci si sente coinvolti in prima persona si dà l'anima per una causa. Sinceramente purtroppo io faccio parte della terza categoria. Cerco di disinteressarmi. Il problema è che ci sono, nella situazione in cui ci troviamo problemi davvero più importanti, cominciando da quello politico, seguito a ruota da quello economico, senza tralasciare quello sociale. Non entro nel discorso farcendolo delle tante critiche che vengono dal mondo della religione, perchè, anche in questo caso lo reputo un problema di secondo piano. Purtroppo di battaglie davvero importanti da combattere ce ne sarebbero molte, così tante che l'elenco supererebbe le battute di tastiera a me permesse. Posso però cominciare da una categoria che davvero meriterebbe una vera battaglia. Gli esodati. Persone che si sono spaccate la schiena per quarant'anni e ancora non possono vivere una vita serena, da nonni sereni, che guardano i loro nipotini nel passeggino, sereni anche loro. Si dovrebbe poi combattere per poter dare a tutti quelli che non possono avere un futuro davanti, seconda categoria, i precari. Attenzione, questi se si mettessero insieme sarebbero davvero un esercito. Si dovrebbe scendere in massa in piazza e combattere a bordo di una carrozzella per mandare in galera a vita i finti invalidi, ci sono migliaia di "si dovrebbe". Purtroppo.

In realtà come in uno spot molto famoso che faceva vedere un paziente in attesa di un'operazione, e subito dopo era incalzato dallo slogan. "Ti interessa se il medico è omosessuale?" No ragazzi non interessa a nessuno. Lasciate in pace la Barbie, e smettiamola col cercare a tutti i costi battaglie che non hanno senso in questo momento, teniamo piuttosto la guardia alta e cerchiamo tutti insieme di combattere il vero problema del nostro tempo. Quello che in un post precedente ho chiamato conflitto di disinteresse. Della nostra classe politica verso le persone che vivono ogni giorno la propria Italia quale sennò.   

5 commenti:

  1. Concordo pienamente, ma estenderei il problema della "lotta al disinteresse" a livello mondiale.

    In quest'ultimi due anni sono stato a contatto con persone, che oramai reputo anche care amiche (seppur non più vicine), provenienti dal "magnifico" nord Europa -Norvegia, Svezia, Lituania, Germania, Regno Unito- e mi sono sempre più convinto della validità del detto nostrano "tutto il mondo è paese": corruzione, disinteresse(non solo dei politici) verso il bene comune, mala gestione, cattiva sanità, razzismo.

    L'elenco è lungo, ma lo conosciamo tutti.

    Tuttavia, nonostante ciò, i nostri pensieri sono quotidianamente guidati dalla moda dei media.
    Concentrarsi su "Barbie", o Gay Pride, e prendere una chiara posizione a riguardo, rientra perfettamente in questa logica. Quella della dittatura mediatica.

    "[...]una categoria che davvero meriterebbe una vera battaglia. Gli esodati."

    Sembra quasi storia antica.



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  2. Chiaramente sono più che daccordo con te. Per quanto riguarda i paesi del nord Europa, non avendo esperienze dirette non posso che essere daccordo. Infondo avranno anche loro le loro beghe. Ho però un caro amico francese che vive ad un'ora da Parigi, che mi fa spesso notare dei problemi ponendomi delle domande a cui non so rispondere. Ad esempio: perchè pagate il bollo auto? Oppure. Come è possibile che il riscaldamento sia così caro? E ancora come fanno a sopravvivere le aziende senza banda larga? tutte domande che trovano una risposta lontana. Ma noi della mia generazione non ne possiamo nulla semplicemente subiamo. Tutte cose che il mio amico non paga e che da per scontato non pagare. Oddio, con questo non è che la Francia sia un paradiso. Ma la percezione è ancora una volta quella del perdente. L'Italia.

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  3. io invece trovo che abbandonae il problema, pesante e onnipresente, della figura femminile sia un pò superficiale, e usare quel tocco di benaltrismo per dire che sono battaglie che si possano evitare, non aiuta a porne una soluzione. si, è vero: possiamo occuparci di problemi molto più gravi. la polemica attorno alla barbie, si deve inquadrare all'interno della percezione distorta della donna nella società moderna, quindi di "benaltri" casi che invece lentamente iniziano ad assumere tuttaltro che ruoli secondari nei problemi di una società che si appresta a definirsi "moderna". poi se voglia inquadrare la definizione del modello femminile al'interno delle lotte che non piacciono ai più, come ai diritti degli omosessuali, usando la scusa che "c'è di meglio a cui pensare" fate pure. io dico che è vero che ci sono cose più importanti, ma che queste non sono trascurabili. e nel panorama delle cose risolvibili, e dei metodi con cui affronteremo problemi "ben più gravi", tornano anche questi equilibri e questi piccoli successi. si parla di libertà. nient'altro che la libertà di scegliere, senza che altri cittadini abbiano già deciso per te. volete davvero dirmi che il ruolo della donna nella società odierna è così secondario?

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  4. ah Signori...ovviamente, il tutto rientra nella mia contrarietà alla mentalità che "la femminilità volteggia su un tacco 12". o no?

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