Siamo sinceri. Pur essendo legge da
anni, e pur essendo che nelle scuole si insegni con tutta la volontà, quanti di
noi possono dire di destreggiarsi davvero bene con una lingua straniera? Pochi,
ma sicuramente tra la massa di studenti che esce dalle università italiane ci
sono anche quelli che le lingue straniere le sanno utilizzare in modo scorrevole
e senza inciampi. Ma questa storia ha un sapore davvero
"all'italiana" anche se per una volta il pasticcio non lo abbiamo
fatto noi, o almeno spero. E' tempo di esami, si sa, ci sono i ragazzi che
tentano per le facoltà di medicina, tentano il concorso per entrare in
università, nei corsi di ingegneria, poi, ci sono quelli che tentano un esame
non per entrare in università con i libri in spalla e per imparare, ma con i
libri nella ventiquattrore, per insegnare. Diritto privato per la precisione.

Tutto è pronto gli aspiranti prendono
posto, alcuni con la paura nelle ossa altri preparati, altri, ancora con la
convinzione che saranno sempre i "soliti" a passare l'esame, ma ci
provano comunque. L'esame si svolge, sembra, con regolarità. Ad un certo punto
però, qualcosa va storto, qualcosa di strano, uno degli esaminatori, parla una
lingua, che pochi in quel frangente conoscono, parla spagnolo, attenzione,
parla, solo spagnolo. La notizia è trapelata in questi giorni e per farla
corta, i ragazzi che ci hanno provato hanno capito che il professore esterno
avrebbe dovuto valutarli, senza parlare una parola di italiano. Proprio su una
delle materie, diritto privato appunto, dove l'italiano, intesa come lingua, è essenziale, e
indispensabile. Apriti cielo, lo scandalo ha fermato tutto, l'esame è stato
rimandato, e tutti i partecipanti, giustamente sono stati invitati a ripartire
da zero. La riflessione, questa volta è molto semplice, il pasticcio è
italiano, ma assicurano dall'università che il prof che arriva dall'ateneo
spagnolo di Valencia, aveva diritto a far parte del programma perché a suo dire
sapeva perfettamente parlare e scrivere italiano, quindi in realtà non si sa
bene come sia potuto succedere e di chi sia stata la colpa. L'idea di fondo
però è giusta, cercare professori esteri che interagiscano nelle commissioni
esaminatrici, per stroncare il nepotismo famoso che dilaga nelle università
italiane è giusto e forse si può dire era ora. In ogni caso si dovrebbe fare
una lavata di testa a tutti quelli che questo programma lo gestiscono, perché è
li che è nato il problema chi doveva accertarsi del fatto non lo ha fatto. Forse
ora il modo di dire per redarguirci delle mamme che tutti abbiamo dovuto subire
da bambini si trasformerà da: "Parlo arabo? In Parlo spagnolo?" In
questi casi un sorriso non guasta, Olè.