venerdì 31 gennaio 2014

Bank of arroganza.



Dunque ci siamo. In realtà qualunque persona adulta con un po' di sale in zucca già ci era arrivata un bel pezzo fa, ma adesso è davvero ufficiale, più di quanto non lo fosse prima. Quando si parla di poteri forti, di politica, di interessi sovrani, di investimenti popolari, abbiate fede, c'è sempre dietro una banca o quello che gli somiglia, e in questo inizio di  nuovo millennio purtroppo ci stiamo rendendo sempre più conto che le banche a causa della crisi economica (tra l'altro generata da loro stesse) tendono a giocare ogni partita a volto scoperto, ma soprattutto, con grande insolenza, che a volte sfiora l'arroganza.



Siamo in Danimarca, un paese che gode di una enorme considerazione da parte della popolazione italiana, i danesi per quanto mi viene riportato sono una popolazione di persone pacate, i paesaggi della Danimarca sono indimenticabili, e il welfare è di gran lunga più efficiente rispetto il nostro, addirittura nel nord Europa quando un'industria decide di chiudere la stessa si deve (per legge) attivare per reinserire i lavoratori in altre strutture, senza che questo gravi sullo stato, e sugli uffici di collocamento, insomma, si tratterebbe di quello che molti dalle nostre parti sognano. Ma. In questi giorni succede una cosa che fa venire la pelle d'oca. Il governo si spacca, si apre una crisi, e si hanno diversi problemi riguardo una spinosa faccenda che coinvolge i politici, (e forse ciò che c'è dietro rileggete la prima parte) ma non solo.
Godman Sacs, un nome che fa venire in mente l'inizio della crisi a molti, e che fa venire il voltastomaco a quelli che le banche non le possono soffrire. Il fatto è che il governo danese in crisi come tutta Europa decide di vendere quasi il 20% di una importante compagnia energetica proprio alla banca Godman (la mancanza di una consonante è voluta).
Apriti cielo, il governo si spacca e partono numerose polemiche anche sul fatto che se le banche si impossessano dell'energia (sempre che non sia già così) si rischierebbe di ritrovarsi prima o poi ad affrontare un problema di monopolio energetico, insomma di ritrovasi schiavi e non poter più combattere il padrone. Tutto questo succede con una naturalezza disarmante e senza che nessuno tra le persone che possono farlo si alzi e dica basta. Ora basta, ora che la classe media si è spenta, ora che nessuno crede più alla politica, ora che nessuno può più sopportare certe angherie, si rincara la dose, e si rilancia sperando di fare poker anche nell'energia. Come si diceva prima, con una gran dose di arroganza, e soprattutto a volto scoperto. Che si tratti di Italia o meno ormai, lo abbiamo capito, chi comanda davvero sono quelli che molti un tempo chiamavano tagliaborse, quello che viene anche chiamato il secondo mestiere più vecchio del mondo. E non è il pastore. 



martedì 28 gennaio 2014

Il Baratto.



Il Baratto.

A scanso d'equivoci
Una notte è rimasta
Soltanto tale

Con passi fondi
Nella terra tronfia
Ubriaca di temporale

Viaggiammo oltre
I gelsi attraversandoli
Come portale

Di seta
Tra colline ignote
All'interno del cammino

Ormai soltanto nostro
Tenendo le mani al male

Quanto poco è stato
Il tempo di capire
Il peccato mortale

Nel lasciar
Per sempre
Le nostre anime

Barattate
Per una vita
Che il mondo
Crede normale.

Questo stupendo dipinto di Ary Scheffer, raffigura l'emozione che in un certo senso è nascosta nella poesia. Si tratta di Paolo (Malatesta) e Francesca (Da Polenta). Nel V canto della Divina Commedia. Sullo sfondo infatti Dante e Virgilio.


sabato 25 gennaio 2014

Chi sono io?



Chi sono io per dire che l'Europa Unita è una brutta invenzione, chi sono io per dire che l'Italia deve uscire dall'unione, Chi sono io per dire che un certo tipo di extracomunitari non deve essere accettato dalla bandiera blu con le stelle. Partendo così, già rischio di essere preso a parolacce dai pro Euro, oppure preso a insulti dai contro Euro. Insomma sembra che non si riesca davvero a venirne a capo. Anche in questo caso ci si deve schierare. In queste ultime settimane però un certo tipo di situazione gravissima lascia ai cittadini europei una strana incertezza, per lo meno a quelli che si sono informati più approfonditamente, come me. Io arrivo diretto da forse l'ultima generazione che idolatrava gli Stati Uniti d'America, mi sono spaventato nel seguire XFiles, mi sono gasato a mille nel guardare ammirato le gesta dell'aereo di Maverick in Top Gun, mi sono innamorato di Donna di Beverly Hills 90210, e ovviamente, non mi sono innamorato meno di Pamela Anderson ai bei tempi andati di BayWatch, per capirci, ho amato un mondo lontanissimo, dove tutto era possibile dove chiunque poteva avere un occasione, dove potevi sempre trovare qualcuno pronto a darti una mano per venir fuori dai guai. Torniamo alla situazione gravissima. Ci si è scontrati in maniera anche fisica pesante con le forze dell'ordine questo per chiedere una marcia indietro, sulla decisione di mantenere la moneta unica. Ci si deve ogni settimana subire il solito economista di turno che si diverte a dirci che la fine della crisi economica è vicina, mentre l'uomo della strada lotta ogni giorno per non finire sul lastrico. In mezzo a tutto ciò ci sono persone che tentano una rivoluzione vera per entrarci nell'Eurozona, e questa cosa sembra così surreale da non poter essere compresa dai più. Purtroppo ci saranno migliaia di persone che lottano contro il potere del proprio stato rischiando la salute o addirittura la vita per fare parte di questi Stati Uniti d'Europa.

Si tratta degli ucraini, che mentre mi state leggendo da una parte dello schieramento o dall'altra se le suonano di santa ragione. Il problema di questa Europa è soltanto uno. E' quello che nel medio evo dalle nostre parti chiamavano lo sterco del demonio. Il denaro. Al di la dei dissapori che le persone possono avere per sbagliate esperienze passate credo che nessuno si senta di dire che gli spagnoli dovrebbero starsene a casa, e che i tedeschi siano cattive persone, oppure che gli irlandesi sono degli ubriaconi, io come milioni di altri cittadini amano la possibilità di poter viaggiare per l'Europa in libertà, amiamo la possibilità di visitare la Sagrada Familia, piuttosto che il Louvre, immaginandosi che davvero questi posti meravigliosi sono un privilegio soprattutto per noi europei, ma lo spettro del denaro facile e della ricchezza che gli ucraini potrebbero trarre dall'entrata nell'Euro, è evidente. Non vorrei che i cittadini ucraini una volta riusciti nell'impresa di aver vinto la propria libertà, si trovassero davanti alla realtà che alla fine mio malgrado ho constatato essere davvero deludente, dove i Top Gun saranno sempre un sogno, come le spiagge di Beverly Hills, dove gli Xfiles vengono spiegati da un programma che fa del "mistero" la sua forza, e dove soprattutto, quando sei davvero nei guai nessuno viene a darti una mano soprattutto se deve mettere a repentaglio il portafoglio, ma in fondo chi sono io, se non un cittadino europeo. Forza Ucraini mi fate sentire orgoglioso della mia europa, almeno quanto un americano della su America.
 La bandiera europea che sventola su Kiev in rivolta.   

lunedì 20 gennaio 2014

L'occhio dell'iracondo



L'occhio dell'iracondo

Stilla raffinata
tortura di ricordi
prediligi l’odio
agli altri sentimenti
inquilini dell’ universo
scioglierà i nodi
dei tuoi dubbi
e la verità tanto sofferta
apparirà ai tuoi occhi
finalmente liberi di vedere
la tanto attesa preda
divorata dal tuo smarrito sapere

sabato 18 gennaio 2014

Il parroco il sindaco e gli indignados.


Sconvolti. Nell'ormai futuro, quello che appena una ventina di anni fa nemmeno ci si immaginava, ci sono ancora persone che rimangono sconvolte. Il nostro tempo cambia talmente rapidamente che davvero non ci si capacita di come alcune pratiche siano rimaste così tanto ancorate al passato. E'nato un bambino, in perfetta salute, pesa tre chili e mezzo come milioni di altri bambini. La mamma ha trentun anni e credo che abbia vissuto l'intera gravidanza in un clima di vergogna e di silenzio, proprio la situazione che qualsiasi futura mamma non vorrebbe vivere.
Si è a Rieti, medio comune del centro Italia. La mamma protagonista è una consorella. Si parla ovviamente della suora che ha dato alla luce il suo bambino qualche giorno fa.
La riflessione passa dal poco tatto con cui viene descritta la vicenda e soprattutto dall'indignazione che alcune persone provano al sol pensiero. 
  Sulla vicenda vengono intervistati: La suora superiora, che dice di non essersi accorta di nulla, come le altre sorelle del convento, poi viene sentito il parroco del posto, che dice di avere una comunità ormai sconvolta per via dell'attenzione mediatica sulla vicenda, per ultimo, viene sentito il sindaco. Qui mi sarei aspettato un discorso più rilassato e una frase che potesse distendere la faccenda, invece, telegraficamente, almeno per quel che leggo sui giornali, anche lui "liscia" l' incombenza dicendo che se la giovane mamma avrà bisogno di aiuto il comune farà il possibile per aiutarla come si fa in questi casi. Qui mi fermo e mi pongo una domanda. Ma, quali casi? Insomma, si capisce che la situazione può essere tesa, ma la neo mamma non è più una ragazzina quattordicenne, allora vuol dire che si è scambiata per una ragazza madre? Lei dice che vuole tenere il bambino, e menomale, ma insomma, il papà non si fa vivo? Perché tutti danno per assodato il fatto che il babbo non esca dal buio? Ci si possono porre mille domande senza trovare risposte, perché purtroppo il nostro mondo corre veloce ma per certe cose è fermo a secoli addietro. Secondo il mio punto di vista è questo il nocciolo dell'indignazione. Ci si dovrebbe indignare perché tutto quello che rispecchiava il mondo della suora mamma le sta voltando le spalle, ci si dovrebbe indignare, perché sui giornali trovo scritto che le mamme "colleghe" di reparto della malcapitata hanno fatto una colletta per comprare i primi generi necessari per il bimbo, ci si dovrebbe indignare, perché sembra che ci sia una sorta di clima da terra bruciata sulla faccenda. Il bambino lo chiameranno Francesco. Il pensiero ovviamente passa per il Papa. In questo mondo che si allontana sempre più dalla chiesa proprio per i motivi citati, non ci starebbe male sapere che una telefonata per rincuorare la suora mamma è proprio partita dal celebre omonimo del piccolo Francesco. Spero che voi che leggete possiate riflettere, ma soprattutto possiate sorridere come forse sorride il nuovo arrivato. Come si dice, senza remore....