sabato 12 aprile 2014

Il torero all'università.



Siamo sinceri. Pur essendo legge da anni, e pur essendo che nelle scuole si insegni con tutta la volontà, quanti di noi possono dire di destreggiarsi davvero bene con una lingua straniera? Pochi, ma sicuramente tra la massa di studenti che esce dalle università italiane ci sono anche quelli che le lingue straniere le sanno utilizzare in modo scorrevole e senza inciampi. Ma questa storia ha un sapore davvero "all'italiana" anche se per una volta il pasticcio non lo abbiamo fatto noi, o almeno spero. E' tempo di esami, si sa, ci sono i ragazzi che tentano per le facoltà di medicina, tentano il concorso per entrare in università, nei corsi di ingegneria, poi, ci sono quelli che tentano un esame non per entrare in università con i libri in spalla e per imparare, ma con i libri nella ventiquattrore, per insegnare. Diritto privato per la precisione. 

Tutto è pronto gli aspiranti prendono posto, alcuni con la paura nelle ossa altri preparati, altri, ancora con la convinzione che saranno sempre i "soliti" a passare l'esame, ma ci provano comunque. L'esame si svolge, sembra, con regolarità. Ad un certo punto però, qualcosa va storto, qualcosa di strano, uno degli esaminatori, parla una lingua, che pochi in quel frangente conoscono, parla spagnolo, attenzione, parla, solo spagnolo. La notizia è trapelata in questi giorni e per farla corta, i ragazzi che ci hanno provato hanno capito che il professore esterno avrebbe dovuto valutarli, senza parlare una parola di italiano. Proprio su una delle materie, diritto privato appunto, dove l'italiano, intesa come lingua, è essenziale, e indispensabile. Apriti cielo, lo scandalo ha fermato tutto, l'esame è stato rimandato, e tutti i partecipanti, giustamente sono stati invitati a ripartire da zero. La riflessione, questa volta è molto semplice, il pasticcio è italiano, ma assicurano dall'università che il prof che arriva dall'ateneo spagnolo di Valencia, aveva diritto a far parte del programma perché a suo dire sapeva perfettamente parlare e scrivere italiano, quindi in realtà non si sa bene come sia potuto succedere e di chi sia stata la colpa. L'idea di fondo però è giusta, cercare professori esteri che interagiscano nelle commissioni esaminatrici, per stroncare il nepotismo famoso che dilaga nelle università italiane è giusto e forse si può dire era ora. In ogni caso si dovrebbe fare una lavata di testa a tutti quelli che questo programma lo gestiscono, perché è li che è nato il problema chi doveva accertarsi del fatto non lo ha fatto. Forse ora il modo di dire per redarguirci delle mamme che tutti abbiamo dovuto subire da bambini si trasformerà da: "Parlo arabo? In Parlo spagnolo?" In questi casi un sorriso non guasta, Olè.    

giovedì 10 aprile 2014

Alibi di Kronos.



Alibi di Kronos.

Comprenderai il cielo.
Quando vivrai
attraversato dalle stelle.
E non dolenza, pena.

Comprenderai il contare
Le tue ore
Quando morsa la vita
Apprenderai gusti fortuiti.

Comprenderai il domani
L’oggi e l’avvenuto
Quando in seno avrai
Ogni aspetto e tappa del compiuto. 


lunedì 7 aprile 2014

Il meritato minuto.



Sembra incredibile oggi nei notiziari sportivi si è parlato di un tennista, il tennista che viene considerato il migliore tra i nostri. Fabio Fognini, sedicesimo nella classifica ATP. Fabio è ligure, e arriva dalla città più famosa della Liguria, Sanremo. Sembra incredibile dicevamo, perché l'Italia non approdava alla semifinale della coppa Davis da ben sedici anni. La coppa Davis, è un torneo tennistico maschile dove si gioca a squadre, squadre nazionali. Trattandosi di nazionali l'Italia dovrebbe destarsi come nell'inno e applaudire tutta insieme per questa che è stata una grande impresa anche se la semi, e poi la finale sono ancora da giocare e vincere.
Sembra incredibile, perché in Italia il tennis come tutti gli altri sport tranne uno, sono considerati sport, minori, e non dobbiamo dimenticarci gli sport invernali, anche quelli sono sport minori, anche gli sport motoristici, pur contando sul talento italiano più grande degli ultimi trent'anni sono sport minori, in Italia lo sport viaggia in una sola direzione che tutti sappiamo. 


Sembra incredibile dicevamo, e ci complimentiamo con il nostro tennista che è riuscito in una impresa non da poco, quasi memorabile, quella di apparire sui notiziari sportivi, qualunque rete appartengano, perché Fabio è riuscito a strappare in maniera meritatissima un minuto, (cronometrato) alle solite notizie, che ormai hanno stancato quella fetta di italiani che davvero ne hanno le ("scatole rotonde") piene di papere in area di rigore palloni gonfiati che viaggiano in Ferrari, e cartellini rossi non dati al cascatore migliore del campionato. Forza Fabio!    

giovedì 3 aprile 2014

Il coraggio degli ultimi



Il coraggio degli ultimi

Perché alcuni hanno percorsi
spianati già corretti

Perché alcuni hanno felicità
precreate, già preparate

Perché alcuni hanno già
nomi e affermazioni

Perché non vi è umanità
per alcuni altri

Perché non vi è posto
per chi non è salito

Perché non vi è futuro
per alcuni ignoranti

Perché essere e perché no
Perché non disertare

Perché incoscienti restiamo
Perché l'incognita

Perché la rupe del tempo
non è un monte

Perché per noi
senza istanti, momenti

E' perché abbiamo compreso
che la guerra non salva i miseri.




La mia generazione, quella dei bamboccioni, è quella che è cresciuta con la repulsione verso la guerra, a quelli come me fin da bambini, e quando ero bambino io erano gli anni di piombo, hanno sempre insegnato, che la violenza è cosa che non dà nessun guadagno e nessuna soddisfazione.
La vita si è evoluta, e continua senza farsi troppi problemi legati a cosa succede a noi uomini. La crisi economica morde i più deboli, quelli che si suicidano per via dei loro debiti. La crisi economica strappa, alle famiglie figli che devono andarsene di qui per cercar fortuna altrove. Da più parti si sentono discorsi da bar, che quasi chiedono alla mia generazione di contestare, di prendere l'iniziativa, di reagire, e se possibile di lanciasi in una vera rivoluzione, possibilmente armata, perchè si sente dire che quelli al potere ne avrebbero bisogno. Si può essere d'accordo oppure no, si può dire tutto e il contrario di tutto, ma una cosa la mia generazione l'ha imparata. Non è questione di coraggio, e ancor meno di capacità, non serve un demagogo, no, la mia generazione, ha capito senza che nessuno glielo spiegasse. La vera ragione per cui davvero non è ancora nata una rivoluzione è semplice, abbiamo capito che dalla guerra, o quello che più ci assomiglia, a guadagnarci, sono sempre gli stessi, e di sicuro, non saremmo noi trentenni con una famiglia da mantenere e mille problemi per riuscirci, il coraggio è proprio quello di rimanere al prprio posto e resistere a modo nostro.