La mia prima.
Ho avuto la fortuna e un pò di coraggio e mi sono infilato nel retro palco dei Nomadi a Cuneo. Ho così firmato la mia prima
intervista importante niente meno che a Beppe Carletti (un mito per la mia
famiglia e un po anche per me).
Senza pass, senza una fotocamera professionale, armato
soltanto del mio tesserino autocostruito, e del mio cellulare con registratore
incorporato, aspetto.
Ovviamente per la tensione sono arrivato un'oretta in anticipo. E aspetto, dentro un lungo corridoio prefabricato. Dal nulla spunta Cico, lo saluto scambiamo quattro parole, ma la security mi ha messo in un angolo e mi dice di aspettare Beppe. Obbedisco.
Ovviamente per la tensione sono arrivato un'oretta in anticipo. E aspetto, dentro un lungo corridoio prefabricato. Dal nulla spunta Cico, lo saluto scambiamo quattro parole, ma la security mi ha messo in un angolo e mi dice di aspettare Beppe. Obbedisco.
Dopo un bel po' eccolo, arriva Beppe, lo placco subito. Lui è
disponibile e gentile più di quanto pensassi. Arriva nel frattempo tutta la
band. Mi sento un pò in soggezione Beppe capisce e mi dice: "Qui c'è
troppo rumore vieni con me".
La mia prima intervista importante si svolge nel bagno dei
camerini-spogliatoi del palazzetto. In effetti è vero, non c'è rumore, ottimo,
faccio cinque domande di cui tre scontate.
Rimango nei paraggi scatto foto a
destra e a manca. Dopo due ore tra attesa domande foto, strette di mano e
sorrisi torno a casa e scrivo l'articolo. Bello! Un emozione. Pagata la
bellezza di poco giustamente sono all'inizio. Dunque come uno vestito di rosso
davanti l'evidenza. Obbedisco. Felice.
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