mercoledì 19 febbraio 2014

La voce che mai seppi dirti



La voce che mai seppi dirti

Ci sento il vento
sulla tua guancia
l'ho sentito addosso
e ho toccato lo spreco
del mio tempo

Ogni notte nella stessa camera
nuova ad ogni sera con te

Di sospetti sanno vivere
solo i viali dei verdi abeti cipressi
mondi delle parole
che mai seppi dirti

E che meno ancora sapemmo
sorprenderci indosso

Fusi assieme
soltanto bruciata una notte
di neve naufraga del nostro destino
comprendemmo quanto lontano
era il mattino che vide

Così bianche le punte dei rugosi
cedri, vecchi e fieri

Nel guardare
anche oggi
negli occhi del vento
stanco, passato sul tuo volto.





A volte le parole ci sfiorano passandoci addosso come vento sulle guance, e uno dei pensieri più belli è quello di capire, e sorridere per lo schiaffo che ci hanno dato. Quando invece non si capiscono, possiamo soltanto dare la colpa al colpevole per eccellenza, il destino infausto che ci segue come un'ombra. 
Ma peggio, è rendersi conto di quante persone ogni giorno lasciano sfilare sul proprio volto le mille parole che non centrano nulla con il parcheggio che non si trova, non centrano nulla con la coda alla posta, o con la discussione col superiore. Sono le emozioni. Centrano si, ma sempre e solo con i sentimenti, quelle bellissime cose che non hanno nessun valore economico, e nessun valore temporale, e che hanno la ricchezza di non poter essere comprate, ma soltanto regalate. Banale? Si, e fiero di esserlo.

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