Siamo in crisi, e questo si sa, ormai sembra che dovremmo farci il callo. Purtroppo la stupidità umana non ha limiti, purtroppo probabilmente qualcosa non stà funzionando. Partiamo dall'inizio, quello che ci stà portando alla rovina è un misto di ambizione, prevaricazione, frenesia ma una su tutte l'avidità che non trova confini. Non stò parlando dell'uomo contro uomo ( rubando una frase pregna di significati dal film Avatar) ma piuttosto di uomo contro la propria madre. La terra.
Oggi il pianeta ha fatto il giro di boa. Alcuni ricercatori sicuramente preparati e con interessi differenti dal comune hanno inventato una scala per quantificare come calcolare lo sperpero di risorse a scapito della terra messe in atto dall'uomo. Per capirci, la popolazione mondiale è cresciuta talmente tanto da consumare più di quanto la terra sia in grado di ricreare.

La riflessione comincia il proprio cammino dalla consapevolezza. Non è dall'alro ieri che scienziati e persone preparate sull'argomento cercano di far comprendere che il problema non è da sottovalutare. Eppure in nome di una divinità chiamata avidità l'uomo fa spallucce e pensa che i cambiamenti climatici, lo spopolamento dei mari, la desertificazione, siano conseguenze fisiologiche per il benessere comune. E' qui che le cose cominciano a scricchiolare. Il bene comune inteso come globale dovrebbe essere preso in un altra considerazione, insomma per un troglodita come me il bene comune per essere tale dovrebbe portare bene a tutti indistintamente, anche a quelli non dotati di parola per esempio.
I problemi li conosciamo noi che siamo persone del popolo, come è possibile che man mano che la scala delle decisioni sale, gli scalini divengano così piccoli da sostenere soltanto un numero esiguo di persone che dovrebbero decidere per il bene comune tra l'altro travolti dalla loro estrema ignoranza?
Il problema purtroppo converge ancora una vola in una sola direzione. L'umanità potrebbe vivere di elettricità, le automobili potrebbero essere progettate per spostare gli occupanti in maniera sostenibile, il riscaldamento potrebbe essere gestito in maniera elettrica, e questo potrebbe portare nuova linfa ad un'economia che stenta a procedere, e nuovi posti di lavoro su scala globale. Il problema è uno solo, le potenti lobby del petrolio farebbero andare le pale eoliche al contrario pur di non perdere un centesimo di euro. Ma il ragionamento continua, si sposta in un'altra direzione. Quella politica, perchè è chiaro che le decisioni in tale direzione stanno come al solito in mano di pochi. Come molti non vorrei più vedere facce riciclate sedute sulle cadreghe, un folto numero di abitanti di questo pianeta vorrebbe vedere i propri rappresentanti come ricercatori che decidono di dare una grande sterzata facendo cadere dal carrozzone tutte quelle persone che hanno l'oro nero tra le mani, lascindo il posto a persone che hanno nelle mani un fulmine. Qui si apre un'altra questione, sulla quale non mi soffermerò, dove quelli nuovi potrebbero divenire peggio di quelli prima.

Questa è la parte d'europa che comprende l'Italia, come possiamo vedere è illuminata, è bella è una di quelle immagini che ci fa diventare per un attimo patrioti, noi non siamo come gli americani, amiamo più lo squillo della tromba che intona l'inno piuttosto che il nostro vessillo.
Questa foto è stata scattata da Luca Parmitano.
Se questo nome non vi dice nulla non vi preoccupate, siete italiani nella media, siete italiani che per un motivo o per l'altro non hanno interessi verso la scienza, verso i ricercatori, e verso il progresso in senso stretto. Non è colpa nostra, piuttosto è colpa dei media. Si perchè preferiscono mettere ogni giorno in prima pagina i soliti faccioni da sberle piuttosto che le cose che rendono l'Italia un bel paese, ma visto da fuori. Luca Parmitano è un astronauta dell' E.S.A. Ente spaziale europeo, ma è un astronauta italiano 100% che stà orbitando sulle nostre teste per amor di scienza. Sappiamo tutti che non brilliamo per ricerca e innovazione, (fin che non si parli di stoccafisso al forno o di pasta cinque colori) ma Luca è una punta, no, non un imbecille con un numero dieci sulla schiena, è una punta di iceberg che riassume da solo lo sforzo che alcune società italiane cercano di evolvere ben conoscendo tutti i problemi economici riguardanti il nostro paese. Forse per renderci conto di quanto è bella la terra un giorno saremo tutti costretti a guardarla da fuori, costretti a non poterci più tornare.