venerdì 18 ottobre 2013

La conta del demonio.

Quanto si è tornati indietro a causa della crisi economica? Gli economisti di mezzo mondo (il nostro) tra cui famosi altolocati professori italiani si lanciano in stime non sempre felici, alcuni credono che si è regredito fino ai lontani anni settanta, altri che l'economia italiana sia come quella risultante da cinque dannati anni di guerra mondiale, altri più pessimisti credono che l'economia non tornerà mai più come prima e a ruota seguirà un regredire continuo della società odierna. Su più giornali nazionali saltano agli occhi riflessioni e articoli legati ai funerali di stato per i migranti morti a Lampedusa, che prima si dovevano fare e poi non si sapeva e infine non sono stati celebrati, e aggiungo. Per fortuna. Intendiamoci, davandi a una tragedia del genere nessuno con un pò di coscienza o nessuno con odi razziali legati alle ossa non ha potuto commuoversi, nel vedere donne che hanno perso mariti, o bambini rimasti orfani quando ormai il sogno europeo era sotto i loro piedi.
Purtroppo però la riflessione che sorge ha un fondamento più terreno, andiamo con ordine.
Cinquant'anni fa vi fu la tragedia del Vajont, e in quel caso nessuno decise per funerali di stato, forse non erano ancora in voga, ma il pensiero torna all'inizio del post. Quanto siamo tornati indietro? Personalmente non ho le capacità per dare una risposta decisa a questa domanda ma ho un pensiero che continua a girarmi in testa. E' davvero possibile che l'Italia sia attraversta da questo pensiero buonista a tutti i costi?
Nel nostro paese è un grosso problema perdere il lavoro, lo sappiamo, una volta perso non lo si ritrova. Allora il mio pensiero vola a quelle persone che non perdono il lavoro perchè licenziati, perdono il lavoro perchè perdono la vita lavorando. Le statistiche da questo punto di vista fanno paura. Metto due numeri per dare l'idea,  i dati si riferiscono al duemiladodici perchè il duemilatredici ancora non è finito, ma ogni anno siamo su queste cifre. Si sono contati quasi 900 morti sul lavoro e sono stati denunciati 750.000 infortuni che hanno dato luogo a 40.000 invalidità permanenti, mentre sul fronte delle malattie professionali ancor più drammatico e sconosciuto, sono deceduti 396 lavoratori per malattie denunciate nel 2012, ai quali ne vanno aggiunti altri 1.187 per malattie professionali denunciate in anni precedenti, e il riconoscimento di oltre 17.000 casi di malattie professionali. 

Bene, tra queste persone c'erano mamme, papà, fratelli, amici, mogli, mariti, figli. A queste persone qualcuno ci pensa? A queste persone qualcuno potrà mai dire mi spiace che le sia successo questo. A queste persone non vengono dati gli onori dei funerali di stato? Qualcuno potrebbe obiettare, che ogni giorno saremo qui a fare funerali di stato. Si, è proprio questo il problema. Si dovrebbero fare, o almeno annunciare, o almeno pensare alle famiglie che rimangono senza un membro importante della famiglia, senza uno stipendio, senza un affetto, come succedeva cinquant'anni fa. Ci stiamo riducendo a fare la conta dei morti per farci notare da questa classe politica, metà di morti migranti contro il doppio dei morti sul lavoro, questo non ha senso. Uno stato buonista dovrebbe essere buono con tutti, con i suoi cittadini e con i futuri, non soltanto con quelli che al momento fanno più rumore. Nel frattempo un pensiero lo tengo esclusivamente per le persone che sono invalide permanenti a causa del loro lavoro, non è questione di essere buoni o malvagi, la questione è che il buonismo eccessivo si ritorce contro i buoni, quelli veri! 

Nessun commento:

Posta un commento