mercoledì 9 ottobre 2013

La vergogna di oggi ma soprattutto di ieri

Mia madre aveva dieci mesi.
In questi giorni si parla, tanto, si parla molto, si applaude, si urla, si sorride. No, forse l'unica cosa che non si fa è proprio sorridere. Stiamo attraversando un momento storico pessimo, e non c'è nulla da sorridere.
Alcuni giorni prima di questa tragica ricorrenza che per molti non ha nessun ricordo particolare, succede una catastrofe. Un incidente. cinquecento persone sono coinvolte e circa trecento muoiono. Non è un disastro aereo. E' un naufragio. Centinaia di persone perdono la vita sperando in un mondo nuovo, bello, lavorativo, pieno di occasioni, dove la parola allegria corre per le strade, dove l'uomo e la donna sono liberi. Chiaramente si tratta di pensieri relativi ai vari contesti di vita.
Ma questo è un altro discorso. Il problema ha un nome preciso oggi "visibilità". La riflessione purtroppo sorvola su Belluno si avvicina sull'ali del vento e si posa a Longarone. Questo comune è noto ma non è un nome riconoscibile. E' il nome del paese andato completamente distrutto e quando scrivo completamente si intende sul serio, dal disastro della diga del Vajont. Purtroppo i fatti successi su un isola lontana hanno fatto scivolare il ricordo della tragica nottata di Longarone in mezzo ad altre mille notizie più o meno importanti e più o meno intense. Una persona distinta, una sola da parte di tutti i politici di turno ha fatto la cosa giusta, si è recato dove doveva essere, si è recato in mezzo alla gente, si è recato sulle tombe del piccolo comune bellunese e ha fatto una cosa che a me ha colpito. Si è scusato (incredibile) per il comportamento della classe dirigente di allora (quella che uccise più di duemila persone, si gli assassini di allora) cercando di dare almeno un poco di dignità alla classe dirigente di oggi. E' un presidente, ma non un Re e nemmeno unA presidente si tratta della seconda carica istituzionale del nostro paese. A cui oggi applaudo.


Questa storia così lontana nel tempo per la mia età, mi ha sempre colpito, non perchè sia una di quelle tragedie all'italiana dove chi ha torto non paga, dove il presidente della repubblica di allora prometteva e nulla o poco si è fatto no, questa tragedia colpisce quando le parole dei superstiti nel documentario creato per ricordare ti colpiscono l'anima con le loro lacrime. Cinquant'anni, e ancora si piange, non di rimorsi, ma di ricordi. Addirittura alcuni giovani alpini volevano disertare, una volta passata la prima giornata di recupero e soccorso a Longarone. In ogni caso anche in questa giornata siamo riusciti a calpestare la memoria distraendoci con un'altra tragedia. Qui si ricorda che i morti di Longarone vennero sepolti in fretta e fuga per evitare contaminazioni e chi non era riconscibile rimaneva senza nome, e tutto questo è stata opera della mano dell'uomo. Le persone che quel lontano 9 ottobre del 1963 non ebbero funerali di stato, pur essendo tutti italianissimi, i nonni di molte di quelle persone andarono a sparare ai russi come alpini nel '42 per la madrepatria, assieme al sergente nella neve, e quelli sopravvissuti non ebbero nemmeno una stretta di mano, si trattava di persone, che forse oggi meriterebbero più rispetto, esattamente persone come quelle annegate nel mediterraneo. I giornali cercarono di fare rumore per accendere i riflettori sulla catastrofe, ma purtroppo si cercò in tutti i modi di far passare la tragedia come un disgraziato evento che non era prevedibile. Le persone di allora erano troppo poche per far rumore abbastanza da esser sentiti. Oggi sappiamo la verità e, pur essendo oggi un giorno di lutto, il lutto chiacchierato dai tg è quello sbagliato, domani di Longarone non si sentirà più parlare, mentre della folla altolocata ai funerali di stato delle vittime del barcone si sentirà parlare per giorni, ancora una volta per distrarre le persone dal vero obiettivo. Insomma, anche oggi personalmente provo vergogna, ma non per la giornata di ieri, per il ricordo già sfumato di oggi 9 ottobre!   







2 commenti:

  1. Ciao Nereide. Ti chiedo scusa ma tra le tante cose che gestisco su internet mi era sfuggito il tuo commento mi riprometto di rispondere sempre a tutti, e non farò eccezione. Grazie per avermi letto e per aver postato. In realtà la mia è soltanto una goccia nel mare, ma sono felice quando posso trovare persone che capiscono che molto di quello che scrivo, non lo scrivo con il solo scopo di essere letto, ma con lo scopo principale di essere letto quando nessuno parla delle cose che fanno raccapriccio. Un saluto Davide.

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