mercoledì 12 marzo 2014

Il mestiere giusto. Giusto?



Ho fatto carriera. Ho sempre avuto una vocazione di tipo artistico artigianale, ho avuto la fortuna di occuparmi di opere d'arte incredibili, ho riportato in vita affreschi perduti nei secoli, ingialliti, scrostati, sbiaditi, ora possono di nuovo parlare con i loro colori a chi li ammira dal basso. Ho avuto la fortuna di seguire restauri di manieri ormai lasciati alla rovina, li ho visti tornare ai propri fasti nell'arco di qualche anno, recuperati dopo secoli di incuria generale. Tutto questo l'ho fatto con il denaro che ogni anno milioni di italiani versano con il pagamento delle loro imposte, ma ne sono fiero, per strada le persone che mi vedono andare a lavoro sui vecchi pilastri mi sorridono, alcuni addirittura mi stringono la mano, consci che la bellezza del nostro paese sta nell'antico splendore, e che da solo genera reddito legato al turismo. Non ho dovuto ripagare nulla, perché nel mio mestiere ho fatto solo del bene e non ho mai rubato nulla.


Ho fatto carriera. Ho sempre pensato che per il bene comune qualcuno dovesse occupare quelle posizioni di vertice che sono il cardine del funzionamento, non si tratta di figure qualificate come artigiani, o commercianti, o liberi professionisti, medici, no, nella vita io, non ho mai fatto altro se non prendere decisioni. Sono stato sindaco, e già al tempo avevo una folta schiera di persone che non mi salutavano. Che per strada si voltavano dall'altra, sono stato seduto al tavolo della provincia, sperando che qualcuno mi notasse, nella speranza di poter cambiare le cose. Approdo finalmente alla guida della mia regione, e qui mi devo uniformare alla media, il sistema è quello che è e se non mi adeguo va a finire che qualcuno mi silura. In sequenza acquisto, con il denaro che gli italiani hanno versato ogni anno con le loro imposte perché io faccia il mio lavoro, dei campanacci per mucche, biancheria intima per me stesso, per la mia compagna, per la mia altra compagna e per la mia altra compagna e per l'altra mia compagna, solo materiale firmato, in qualche modo bisogna rimettere in moto l'economia no? Ho poi ricevuto dal signore il dono dell'ubiquità, posso prendere un caffè contemporaneamente, a Roma, a Bolzano, a Palermo, a Napoli, a Torino, e a Verbania. Molte persone quando mi vedono per strada mi trattano a pesci in faccia, e urlano improperi legati al mio lavoro passato. Nella vita, non ho mai ripagato nulla, perché nessuno mi capisce e perché nessuno può comprendere l'importanza del  mio mestiere. Mestiere. Giusto?  
     

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