lunedì 24 marzo 2014

Le circa vere età.

Oggi avrei voluto parlare di un sacco di cose, della pochezza delle persone che pensano che ormai il mondo ha solo una direzione, avrei voluto sputare addosso a quelle persone che hanno seppellito la speranza altrui, avrei voluto dire la verità e subito dopo avrei voluto smentirmi, avrei voluto scrivere un sacco, ma davvero un sacco di cose, sperando di essere ancora letto, ancora essere letto una volta sola. Come si sa solitamente chi ha un vero pensiero critico, lo ha perchè ha saputo pesare le situazioni perchè ha attraversato il suo pessimo momento, oppure perchè ha letto qualcosa che lo ha lasciato riflettere. Oggi. A me è successa l'ultima della serie. Tra pochi giorni compirò gli anni, tra pochi, appena quattro. La cosa che mi ha fatto pensare a lungo è stata che incredibilmente non me lo ricordavo. Oggi avevo talmente tante cose per la testa che la questione era passata in secondo piano. Poi, mi butto su un social e stacco la spina per dieci minuti, e mi imbatto in una riflessione. Questa volta non sarà mia, non sarà amara, o dolce e non saprà di pepe, questa volta la riflessione la lascio a lei che manca a tutti quelli che dei suoi scritti erano appassionati, e che ha saputo a volte con estrema semplicità spiegare alcuni momenti della vita di ognuno, ho letto, ho riflettuto, e ho pensato fosse giusto far riflettere altri oltre me.
Tra le mille fotografie che si trovano in internet ho deciso per questa, che forse la ritrae nei suoi circa trent'anni, come i miei appunto, i miei circa trent'anni. Noi uomini, io per primo, siamo pessimi nello stimare le età delle donne perchè le donne sanno fare di tutto per inibire la propria vera età, spero di non sbagliarmi di troppo, spero che lei possa capire. Qua mi fermo io.


Qua parte lei.
Sono stupendi i trent’anni, ed anche i trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge, perché è finita l’angoscia dell’attesa, non è cominciata la malinconia del declino, perché siamo lucidi, finalmente, a trent’anni! Se siamo religiosi, siamo religiosi convinti. Se siamo atei, siamo atei convinti. Se siamo dubbiosi, siamo dubbiosi senza vergogna. E non temiamo le beffe dei ragazzi perché anche noi siamo giovani, non temiamo i rimproveri degli adulti perché anche noi siamo adulti. Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile. Non temiamo la punizione perché abbiamo concluso che non c’è nulla di male ad amarci se ci incontriamo, ad abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell’olio santo. Li facciamo con noi stessi e basta, col nostro dolore, da grandi. Siamo un campo di grano maturo a trent’anni, non più acerbi e non ancora secchi: la linfa scorre in noi con la pressione giusta, gonfia di vita. È viva ogni nostra gioia, è viva ogni nostra pena, si ride e si piange come non ci riuscirà mai più. Abbiamo raggiunto la cima della montagna e tutto è chiaro là in cima: la strada per cui scenderemo un po’ ansimanti e tuttavia freschi. Non succederà più di sederci nel mezzo a guardare indietro e avanti e meditare sulla nostra fortuna…
Oriana Fallaci

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