lunedì 29 luglio 2013

Viola Fondente.

Oggi posto un cortometraggio, credo anche questo amatoriale, dove una donna si prende la rivincita migliore verso il mondo che la circonda, e sul quale forse lei distrattamente si era fermata. La cosa bella è che rispetto molti temi toccati dai cortometraggi questo esula da problemi profondi e storie piene di patos.

venerdì 26 luglio 2013

Gli spacconi non più ventenni.

A volte sembra incredibile ma il supremo fa brutti scherzi davvero. Sono in stazione. Tranquillo. aspetto la coincidenza. Una volta arrivata salgo sul treno. E' una cosa normale un'azione che tutti nella vita prima o poi fanno o faranno. Si tratta di un mezzo decisamente sicuro, solitamente è difficile che succeda un incidente. Alla peggio ci si trova con ore di attesa, o partenze in ritardo. Questa volta invece succede qualcosa. Qualcosa che ha dell'icredibile.
Leggo un'articolo di un autorevole giornale nazionale di Milano, viene descritta la tragedia e un autorevole personaggio legato ai trasporti, spiega come non possa essere successo altrimenti se non che un errore umano. Si fanno mille ipotesi e milioni di parole vengono stese per questa che è dacisamente una catastrofe sotto tutti i punti di vista.

Un uomo, Non più giovanissimo è alla guida del treno maledetto, tra le mani ha un mostro enorme di metallo che pesa così tanto da non poterlo immaginare a numeri. Il pilota, non so come altro chiamarlo, si sente un campione, ricorda quei vecchi film americani che raccontano delle prime locomotive a vapore, spinge, e gli piace andar veloce, se poi la vita di più di centotrenta persone è legata alla sua finta professionalità non interessa. Il pilota in questione decide di portare più volte il suo bolide a velocità da auto da corsa 190 all'ora.  e come un ragazzino neo patentato riporta fedelmente fotografie su Facebook. Fa spavento a pensarci perchè non si tratta del TGV francese, e nemmeno dell'ITALO italiano, si tratta di treni a media percorrenza. Tant'è che si entra in curva il contachilometri segna i 190 Km orari ma la curva è progettata per una velocità di 80. In un secondo. Quello che si vede in foto, in un solo secondo la vita di decine di persone si interrompe, quella di altre rimarrà per sempre segnata. Ovviamente non si può che pensare che si tratti di una persona che non merita nulla di buono, perchè per la sua spacconaggine ha portato via con sè molte anime che manco a farlo apposta stavano dirigendosi alla festa del santo di Compostela. In cambio si è avuto la sua di anima rimasta praticamente illesa. Qui da noi abbiamo avuto una figura simile uno spaccone lampadato comandante che per farsi bello davanti la sua ballerina preferita è riuscito ad affondare una nave lasciando che le persone a bordo se la cavassero per conto loro quasi quaranta persone morte grazie la "coraggio" di chi dovrebbe essere più di altri responsabile di vite altrui. In questi casi e in molti altri viene da chiedersi se per caso da lassù fossero distratti. Forse lo sguardo era rivolto alle giornate piovose del Brasile dove la festa per un sorprendente uomo (perchè di questo si tratta) attrae decisamente le attenzioni del mondo di sotto e forse anche quelle del mondo si sopra.
Non ho idea di come la giustizia funzioni dalle parti iberiche, ho però l'esempio italico che oltre a far acqua da tutte le parti lascia in continuazione dietro sè una scia di delusioni continue. Possiamo aspettare che la giustizia terrena faccia il suo corso, ma credo che in questo paese e in altri non vediamo l'ora di vedere certe persone assicurate alla galera e che del loro ricordo rimanga soltanto fango quello che loro stessi hanno gettato su loro stessi.  

mercoledì 24 luglio 2013

Immaginare se essere



Il tuo abbraccio

Vuoi avere un tuo racconto
freddo abbraccio di una notte,
assopire trame braccia
affondi al mio petto
come nave
veliero, alla deriva
nel mio sangue.

Sono oceano, orizzonte
Son la rosa e tu il vento.
Soli è chiaro perder dritta.
Mischiati pelle a pelle,
ti rapisco il flebil fiato
per tenerlo in fondo al cuore
e di questo esistere ancora.



Solitamente non è il  massimo richiedere una poesia perchè in generale, ma soprettutto per un poeta, le cose più difficili sono le risposte per le aspettative. Questo è ancor peggio quando una richiesta viene fatta con leggerezza, e soprattutto quando arriva dalla persona che si ama. Soltanto tu la sai conoscere così bene e puoi immaginare se essere schietto, semplice, ironico, malinconico, incredibilmente astratto o certo e concreto. Come capite è più semplice a dirsi che a farsi. Quando ho fatto leggere questa poesia però, ho letto a mia volta sul suo volto senza parole quello che più mi ha fatto piacere, l'essere andato oltre l'aspettative. Di entrambi.

domenica 21 luglio 2013

Il pomeriggio piovoso di Mosca.

Oggi stavo tranquillamente mangiando pranzo, e come ad ogni appuntamento tenevo un'occhio al piatto, e uno alla televisione. Stavo assistendo a quello che secondo me è uno degli sport e degli spettacoli più belli. Tranquillamente vedo un sacco di colori dal rosso, al verde, al bianco, scritte derivanti da aziende di tutto il mondo, come sempre in questi casi, tutto risalta perchè li dove tutto si svolge piove a dirotto. E' un normale pomeriggio russo.
Ad un certo punto le luci si spengono e l'adrenalina benchè io sia seduto sulla mia comoda sedia da cucina sale, so che molti non lo capiscono ma per quelli come me è inevitabile, seguo con attenzione ed entusiasmo, ma dopo pochi minuti succede quello che nessuno, nemmeno quelli come me vorrebbero succedesse.
Si è capito, parlo del campionato supersport, legato alla superbike. Attenzione perfavore quello che scriverò non lo dico per cattiveria, per sentimenti di superiorità, o per qualche altro motivo che non capireste, se non sapete cosa sia la supersport, o se non sapete cos'è la superbike, allora chiudete il post e questa volta non leggetemi. Perchè soltanto un motociclista può capire i discorsi che nascono in questi casi.
Per tutti gli altri che invece sanno di cosa si tratta e hanno da oggi delle remore riguardo le due ruote esporrò il mio pensiero, che è quello di tantissimi altri.
Oggi purtroppo vicino a Mosca è morto un ragazzo giovane. Si chiamava Andrea Antonelli.

Questo ragazzo correva in moto, era un bravo ragazzo, dentro e fuori il circuito, sapeva il fatto suo. Vi assicuro che l'ultimo che arriva in questo tipo di gare lo sà il fatto suo. Nessun motociclista, della domenica, nemmeno quelli che vengono definiti smanettoni da pista possono stare anche lontanamente dietro i ragazzi che vediamo alla televisione. Andrea, correva e lo faceva bene ma soprattutto stava correndo il sogno della vita.
Quando si è ragazzini si vogliono fare mille cose, dall'artista, al batterista, all'astronauta, chi vuole seguire le orme del babbo, e senza accontentarsi vuole fare l'architetto, l'ingegnere, il falegname, il carabiniere, o perchè no il contadino. Lui come molti altri aveva scelto di fare il pilota. Intendiamoci. Fare il pilota comporta avere una famiglia che può permettertelo, ma forse fare il dentista no? Questo sport per i piloti è come un lavoro. A molti sembrerà incredibile ma è così, questi ragazzi campano di questo, chiaro che sia pericoloso ma l'Afghanistan no? Chi nella propria vita non si è imbattuto in qualche lavoratore instancabile che ad una certa età continua il suo lavoro ben sapendo che è ormai pericoloso? Il discorso è lo stesso, alcune cose le si fanno perchè ce l'hai dentro e perchè puoi permetterti di farle. Si assisterà ad una serie di polemiche infinite sulla sicurezza, sulla pista bagnata, su questo sport, ma infondo, ogni pilota scende in pista perchè questa è la sua vita.
Anche perchè come un carpentiere non sa se il ponteggio rimarrà in piedi, un pilota non sa se egli stesso rimarrà in piedi. Occhio e lo scrivo a grandi lettere, questo discorso ovviamente esula da quegli imbecilli che prendono la strada per il primo colle immaginando di essere al "gran premio della collina accanto" facendosi del male e a volte provocandolo ad altri.
Quando rimane una riflessione questa fa un suo giro ben preciso, e si va a posare questa volta accanto a coloro che su questa terra eden o inferno che sia ci rimangono, con un pugno di mosche in una mano e un ricordo indelebile nell'altra. Queste figure sono il papà e la mamma. Se io fossi un genitore di un pilota che si fa male davvero, maledirei il giorno in cui da bambino ho assecondato il suo sogno, non ci sono se e non ci sono ma.
Rimane il fatto che se dentro hai questo tipo di passione e non so come chiamarla altrimenti, prima o poi si manifesta, prima o poi quel ragazzo anche se non potrà correre in un campionato mondiale, da adulto qualcosa correrà anche a livelli  minori pericolosi come gli altri ma se la stessa persona si fa male comunque, il dolore e il rammarico svaniscono? E' una cosa che non si può capire, se non si è dalla stessa parte se non si conosce l'odore della tuta, se non si vedono i sorrisi dei piloti vicini, se non senti vibrare qualcosa tra le gambe e ti rendi conto che quella cosa sai domarla. Ecco, se non capisci vuol dire che hai deciso di leggermi comunque. Odio i RIP che si leggono ovunque, sono la cosa più sterile che esiste mando invece un piccolo abbraccio a mamma e papà. Mi dispiace di cuore come a ogni altro motociclista.  

sabato 20 luglio 2013

Oddio, Il demonio!

Qui non mi occupo mai di sport perchè si tratta di un argomento che ho deciso di non intraprendere sul blog. Quindi questa sarà una delle rarissime volte che ne parlerò. La scorsa settimana però mi imbatto in una notizia niente male. Una di quelle notizie che lasciano trasparire il classico sorrisetto, ma dall'altra parte fanno partire la classica affermazione. Siamo proprio in Italia.
Si tratta di una corsa ciclistica, la notizia è riportata su un social network, (e su alcuni giornali on-line) e riceve ogni sorta di critica e di commento. Il problema è che purtroppo il giornalista racconta un fatto successo in Sicilia, e questo ha fatto scattare l'orgoglio siciliano prima ancora di quello agonistico. Io lo riporto in parte e ci rifletto sperando di non provocare lo stesso putiferio.
Siamo in provincia di Enna, stà per partire una corsa ciclistica per amatori, la classica granfondo, che conta comunque 150 km scusate se è poco, attenzione non si tratta di persone che corrono per vivere, ma di persone che corrono la domenica per passione, magari per ritrovarsi con gli amici. Sembra tutto pronto organizzatori operativi, comuni allertati, e atleti pronti per la partenza. Non so bene come, ma, arriva una notizia che è come un macigno. Arriva il demonio, arrivano i cattivi! Sono i carabinieri e stanno arrivando per fare i classici controlli antidoping.
Oddio, scatta il panico, alcuni non sanno che fare, (gli incerti, si danno all'acqua santa) altri non sembrano preoccupati (gli onesti) altri invece sanno benissimo come comportarsi. Si fa armi e bagagli! Su 292 partecipanti almeno 90 decidono di andarsene senza fare complimenti e senza dare spiegazioni, come se ce ne fosse bisogno.



La notizia si può commentare in ogni sua forma, per ogni sua realtà nascosta, per ogni sua immagine sbagliata che dà dello sport, in ogni direzione la notizia ha dei problemi.
Il problema più grande è il fatto che moltissimi ragazzi presenti alla competizione e non, si siano scagliati contro il cronista tacciandolo di persona di malafede e di personaggio avverso alla Sicilia (questo è quello che preferisco scrivere, rispetto i veri commenti). E' qui che parte la mia personalissima riflessione, vediamo di non inciampare. Come al solito i furbetti di turno passano inosservati. Ragazzi, non mi sembra il caso di prendersela con il giornalista non trovate? Io mi sarei scagliato con i ciclisti rinunciatari, e contro le loro squadre mettendoli in bella mostra, mi preoccuperei più di difendere quei due terzi di veri atleti isolani o meno, che sono rimasti senza paura e con serenità a disputare la corsa, insomma, una volta alzato il dito alla luna gli stolti guardano ancora il dito? Incredibile ma si.
Purtroppo il ciclismo è uno degli sport più pesanti e difficili e io da spettatore ogni volta che vedo un uomo arrancare su una salita che pende così tanto che si faticherebbe salire a piedi mi emoziono. Mi piace il ciclismo le fughe, le volate, e sorvolo ogni volta che le notizie urlano allo scandalo del campione "pompato". Il ciclista, che sia complice o meno lo fa perchè è la sua passione e a certi livelli perchè è il suo lavoro. L'estirpare la piaga del doping secondo il mio piccolissimo e inutile giudizio sarebbe possibile in una sola maniera.  Rivolgendomi alle persone che possono farlo.
Accorciate le tappe! Come si può credere che un uomo normale che mangia tortellini, e che pesa 60kg, è alto 1,80cm possa fare 250/300 chilometri al giorno con salite allucinanti e lunghissimi rettilinei sotto il sole di luglio e la pioggia di maggio. Purtroppo i veri assassini di questo sport bellissimo non sono gli atleti, e nemmeno i medici, e nemmeno i preparatori, e nemmeno i giornalisti, neanche i tifosi e scusate, neanche i siciliani! I veri killer sono gli organizzatori. Coloro insomma che sui pedali non ci vanno, e che hanno in mente il massimo guadagno con il minimo sforzo. Spero di essermi spiegato meglio di altri con sincerità e un po di ironia.  


martedì 16 luglio 2013

Ogni giorno...

Constatando anche oggi il mio poco tempo, vi porto all'attenzione di un altro cortometraggio che reputo tra i più belli da me conosciuti. Certamente Non è da tutti i cineasti che si cimentano con dei cortometraggi, avere la possibilità di dirigere attori di spessore come quelli qui presenti. La storia è triste e dolce, e spero possa piacervi quanto piace a me. al prossimo post. Ciao!


sabato 13 luglio 2013

La ricetta della felicità.


Si sa, quel bontempone del farmacista di Atlanta ha avuto una grandissima idea. Quella di inventare una bevanda (al tempo creata come rimedio al mal di testa) amata praticamente da tutti. Ma proprio tutti. Compreso me. Lo statunitense Pemberton nel 1886 se ne uscì con questa mistura di aromi, per alcuni "rubando" l'idea al suo collega farmacista corso Angelo Mariani.
La seconda parte della storia, nel passare del tempo è una pubblicità di successo, che la mia mente da trentenne parte dall'albero di natale illuminato da un sacco di candele sorrette da persone di diverso paese, passando per gli orsi bianchi, a babbo natale, fino ad arrivare alle ultime, che puntano più sulla famiglia. Una notte riflettendo su questo tipo di pubblicità ho scritto un piccolo racconto, quest'ultimo si è evoluto diverse volte e come un mastro birraio ne ho "estratto" una poesia. Che partendo da una sorsata, potrebbe toccare il cuore di chi la legge, almeno questo è il mio augurio!



 
La ricetta della felicità.

L’abbraccio di tua mamma
L’abbraccio di tua moglie
Tener per mano
Il tuo bambino
E non aver altre voglie
Viaggiar per Francia
Viaggiare tra lavanda
Sentir profeta dir che
Non vi è altro.
Denari, potere,
criteri del viver assieme.
L’odor del muschio
Il bagnato della sabbia
Il lavoro della dignità
L’esser se stessi.

venerdì 12 luglio 2013

I tipi (e le tipe) da "anti"spiaggia

Da sempre ci si divide su tutto anche per quanto riguarda l'aspetto termico stagionale. Ho assistito su un socialnetwork ad uno scambio di battute colorito tra i pro e contro il caldo d'estate, sullo sfondo della accesa discussione (tra un ragazzo pro e una ragazza contro) c'era anche l'idea di potersi rifare gli occhi con i soggetti da spiaggia. 

Parto dal presupposto che sono un'amante della neve, non per sciarci, semplicemente mi piace. Ogni anno mi ritrovo ad essere quello sceso dalla luna. Le frasi celebri sono sempre le stesse. "Ma come, non sei ancora andato al mare?" Oppure, è impossibile che tu non ami il relax della spiaggia! A queste e altre mille inutili battute, la prima cosa che mi viene in mente è che quando fa freddo uno ha anche più possibilità di vestirsi come gli pare, e le donne sono più sexy vestite in maniera elegante che scosciate. Si sarà capito, cercherò di spiegare a tutti gli amanti del caldo e della spiaggia le ragioni di quelle persone che vengono visti come reietti semplicemente perchè non amano il mare. D'estate. E cercherò di spezzare una lancia in favore di tutte quelle persone che come me odiano il caldo. Davvero! Per noi andare al mare è una tortura.


Cominciamo. Ci sono diversi personaggi che abitano l'estate e si incontrano tutti contemporaneamente al mare. Se vai in albergo rimarrai decisamente aleggerito col pretesto dell'alta stagione, L'albergatore serio ti guarderà con aria professionale, l'albergatore capitalista ti guarderà come un tacchino da spennare. Se non ci vai e decidi per un weekend di (NON) relax passi metà della vita a cercare parcheggio.
Allora, torniamo in spiaggia. In spiaggia libera sembra di essere un branco di foche. Uno sull'altro a pestarsi a vicenda, senza contare che se per caso vai al bar più vicino a prenderti qualcosa di fresco ci si deve dividere perchè in un nano secondo ti fregano il posto, l'asciugamano, e qualsiasi oggetto lasciato incustodito, l'inciviltà è ovunque ma in vacanza uno spera sempre di evitarsela. Ogni spiaggia è attaversata da chi vuole venderti qualunque cavolata inutile cappello, no grazie, occhiali, ce l' ho, orecchini, no grazie, braccialetto no grazie, calzini... Calzini? ci son 49 gradi all'ombra! 
Il cane. Se per caso hai un amico a 4 zampe (e io ce l'ho) trovi sempre l'incivile che deve rompere le così dette, perchè lo hai portato con te e non l'hai abbandonato in autostrada, come ha fatto lui un'ora prima. 
I bambinoni, il mondo si sà, purtroppo è pieno di imbecilli. Dunque chiaramente questa categoria di persone non ha scrupoli. Infatti si mettono a 2 metri dalla persona più vicina a giocare a racchettoni! Oltre a dimostrare poca educazione fanno anche la figura dei prepotenti. 
Il pompato. Sono sempre in gruppi poco numerosi, solitamente quattro, abbronzatissimi, con finti occhiali RayBan d'ordinanza comprati dal personaggio prima descritto, cercano di andare in giro con la tartaruga, a velocità tartaruga, per farsi ammirare. Da chi? Dalle rozze tatuate, che si mettono il fondotinta lungatenuta persino prima di andare a dormire, che cercano il classico uomo con le palle. Ma gli steroidi non le rimpicciolivano? 
I vigili urbani. Fa caldo e capisco che stare in divisa è una tortura. Ma andate a dirlo ai muratori che lavorano sui tetti al sole. Torniamo ai vigili, stanno all'ombra, possibilmente di un dehor. Appena si devono muovere fanno 1453 multe in fila poi con calma tornano a gustarsi una spremuta, al dehor di prima. 
Quindi se vi capita di incontrare uno/a strano/a a cui il mare davvero non va giù non fate domande, e non cercate di convincerli, perchè in ogni caso se dovessero accompagnarvi, non sarebbero di compagnia e non gradirebbero questo tipo di vacanza. Con discrezione ed educazione semplicemente vi diranno no grazie. Quindi in conclusione, non vale la pena secondo noi, subire 37 gradi per vedere quattro ragazze in short, o alcuni ragazzi palestrati, anche perchè, se non è il vigile, è il parcheggio, o è l'Hotel che ti faranno passare la voglia di andarci. Continuate a pensare che siamo starni. A noi non importa

martedì 9 luglio 2013

A.A.A. Veri guerrieri per vere battaglie.

Ho letto poco tempo fa alcune notizie riguardanti una arzilla cinquentenne che rimane sempre sull'onda. Ogni due secondi nel mondo viene venduta una sua copia. La donna in questione sa sempre vestirsi a modo, e alla moda, non si fa mai trovare struccata, nemmeno al mattino, e soprattutto è sempre accompagnata da un grandissimo sorriso. Si direbbe che è la donna che ogni uomo sogna fin da ragazzino. La donna in questione è americana, è amata soprattutto dalle donne ed è qui che incredibilmente sorge il problema. In quest'epoca che tende a creare la libertà totale, anche per quelle persone che pensano di essere nate nel corpo sbagliato, la nostra signora bellissima e longilinea sembra dare una linea guida alle bambine di mezzo mondo. L'avrete capito, si parla della Barbie. Un gruppo di femministe che si potrebbe definire "ortodosso"critica in maniera pesante sul proprio sito la mitica bambola targandola come un modello sbagliato perchè darebbe l'idea di un'educazione sbagliata, dove la donna è paragonabile ad un oggetto, e come tale dagli uomini (imbecilli) trattata.

Qui parte la mia personale riflessione. Nel nostro mondo non si trovano più battaglie da combattere, e forse anche a causa dei media di mezzo mondo la battaglia preponderante è diventata quella della libertà del terzo sesso. Anche in questo caso ci si schiera. e' inevitabile, alcuni pro e alcuni contro, tra i molti disinteressati. Già il disinteresse che ha contagiato la nostra società scorre anche in questo caso. E' chiaro che se ci si sente coinvolti in prima persona si dà l'anima per una causa. Sinceramente purtroppo io faccio parte della terza categoria. Cerco di disinteressarmi. Il problema è che ci sono, nella situazione in cui ci troviamo problemi davvero più importanti, cominciando da quello politico, seguito a ruota da quello economico, senza tralasciare quello sociale. Non entro nel discorso farcendolo delle tante critiche che vengono dal mondo della religione, perchè, anche in questo caso lo reputo un problema di secondo piano. Purtroppo di battaglie davvero importanti da combattere ce ne sarebbero molte, così tante che l'elenco supererebbe le battute di tastiera a me permesse. Posso però cominciare da una categoria che davvero meriterebbe una vera battaglia. Gli esodati. Persone che si sono spaccate la schiena per quarant'anni e ancora non possono vivere una vita serena, da nonni sereni, che guardano i loro nipotini nel passeggino, sereni anche loro. Si dovrebbe poi combattere per poter dare a tutti quelli che non possono avere un futuro davanti, seconda categoria, i precari. Attenzione, questi se si mettessero insieme sarebbero davvero un esercito. Si dovrebbe scendere in massa in piazza e combattere a bordo di una carrozzella per mandare in galera a vita i finti invalidi, ci sono migliaia di "si dovrebbe". Purtroppo.

In realtà come in uno spot molto famoso che faceva vedere un paziente in attesa di un'operazione, e subito dopo era incalzato dallo slogan. "Ti interessa se il medico è omosessuale?" No ragazzi non interessa a nessuno. Lasciate in pace la Barbie, e smettiamola col cercare a tutti i costi battaglie che non hanno senso in questo momento, teniamo piuttosto la guardia alta e cerchiamo tutti insieme di combattere il vero problema del nostro tempo. Quello che in un post precedente ho chiamato conflitto di disinteresse. Della nostra classe politica verso le persone che vivono ogni giorno la propria Italia quale sennò.   

domenica 7 luglio 2013

Atlantico





Atlantico
 
Portoghese oceano, risate
Dell’infranta onda che sbatte

Sulle mani tuoni e bigie cascate
Sui nostri cuori accosti, ritratte

Voci sfiorano il momento grate
Sguardi e alghe trecce ovatte