sabato 28 dicembre 2013

Quello che sostiene tutto.

Questo duemilatredici lo vorrei finire con una piccola recensione. Solitamente amo fare recensioni, di film, di musica di libri, ma capita spesso di mettermi nei panni di chi ha lavorato per un certo risultato, e chi dovrei essere io per giudicare quest'opera qualunque sia. Poi apri un sito a caso e scopri che le recensioni non sono di moda, sono diventate una prassi, e chi meglio degli abitanti del nostro paese che adorano la critica come un dio greco, potevano tuffarsi in una missione del genere, una prassi si diceva, si, se ho bisogno di andare in agriturismo, mi leggo le recensioni che credo più affidabili di una descrizione, ma non solo, si può recensire un hotel, oppure, un bar un ristorante una pizzeria, un negozio, o un auto, ultimamente si recensiscono anche concerti, ma addirittura ho scovato un sito dove lasciare recensioni per tratti stradali, insomma alla fine scopro che le recensioni forse sono uno strumento utile per evitare disavventure o delusioni.
Allora errando nel mare nostrum degli spot natalizi mi imbatto in una pubblicità che ha un video che a me piace molto, è una catena di negozi specializzati nella gioielleria. Questa modella gira su se stessa e in tempo reale l'acconciatura cambia ad ogni giro, e appaiono gioielli dove prima non si vedevano, d'effetto devo ametterlo. Cattura.
Decido di andare a fondo perchè non si tratta soltanto di un buon regista e una bella ragazza, quello che sostiene tutto è una frase in inglese quello che sostiene tutto è una voce è una canzone.
"Velando nel net"cerco e trovo una canzone con un bel video semplice e curato la ragazza che canta è di colore, ed è bravissima, ricorda alla grande e non mi vergogno a dirlo l'immensa Aretha Franklin, con una spontaneità disarmante raggiunge note basse difficili forse anche per un uomo, e scoppia con note alte senza nemmeno una smorfia.

La ragazza in questione si chiama Rebecca Ferguson. Esce dal celebre programma XFactor (Stati Uniti) E secondo me farà parlare molto bene di lei per un bel pezzo. Spero di non sbagliarmi ma sinceramente questa ragazza può vedersela con la più affermata Adele conosciuta da tutti per la sua bravura, che la contraddistinge sotto ogni aspetto. Buon lavoro Rebecca. Brava.


mercoledì 25 dicembre 2013

Basta dire grazie?

Di solito, odio i messaggi di auguri ciclostilati dei social network, e solitamente, non perdo troppo tempo a spulciarli. Ma diciamo la verità. Oggi è natale, e quando non dovrebbero piacere queste frasi natalizie che ci rendono per un giorno buoni, e felici. Scrivo sperando di non sembrare il solito personaggio che pur di fare numeri nel proprio blog posterebbe qualunque cosa. Questo è un messaggio diretto soprattutto a chi mi legge di frequente e a chi mi ha scoperto solo ora, insomma a tutte quelle persone che hanno solo per una volta amato una poesia o una riflessione.

Parto dall'inizio, parto da febbraio. Amo scrivere, lo faccio da sempre, e come molti alle medie venivo preso spesso per i fondelli perchè "scrivevo sempre come una femmina" mi dicevano, dopo quell'esperienza mi è rimasto tutto dentro, sopito. Scopro però che Facebook è un vettore che a volte ti indirizza su una strada che non ti aspetti. Scrivo al mio idolo letterario (Massimo Gramellini) senza nemmeno immaginarmi di ricevere una risposta, macchè lui risponde. Colgo l'attimo e mi metto in contatto gli chiedo cosa è meglio che io faccia per cominciare un'avventura, e lui, di rimando mi spiega che l'idea migliore è finire scuola, aprire un blog, cercare una testata locale per imparare il mestiere e staccare il posteriore dal divano, anche se è sabato. Faccia di bronzo e coraggio!
Così faccio e nel giro di poco apro il blog, e trovo una collaborazione con un giornale locale, nel frattempo riesco a trovare un contatto anche con il poeta Mario Baudino, anche lui mi da delle dritte e la mia impronta letteraria comincia a sprofondare nella neve di questo inverno.
Che vuoi di più dalla vita? Aspettate; il 2013 per me è stato un anno di grazia, alla veneranda età di trentatre anni il 20 giugno mi diplomo all'itis PUBBLICO della mia città con 80/100 una soddisfazione che dire incredibile è nulla. Poi un giorno scopro che il prossimo giugno diventerò papà. Una soddisfazione dietro l'altra, mi si riempie di nuovo il cuore, dopo due anni precedenti che me lo hanno svuotato, da dimenticare!
La soddisfazione più grande di tutte, su quel che state leggendo, cioè sul blog è che io sono un uomo che vive in quello che Indro Montanelli chiamava "la fine dell'impero romano" Cuneo, che ha una educazione media, come ho scritto, insomma non sono una bella ragazza che posta le sue foto, mentre è al mare, e non sono ancora un giornalista affermato, ma infondo a tutto questo da marzo ad adesso ho guadagnato settemila e duecento circa visualizzazioni, solo con alcune poesie e riflessioni. Grazie a tutti devvero di cuore per avermi letto così tanto, e soprattutto Buon Natale! Buon Natale di cuore a tutti. Davide.

lunedì 23 dicembre 2013

Camera con vista sull'Etna



Camera con vista sull'Etna

Panteon di zolfo
d'intensità ossida
chiostro flegreo con messaggi
dalla profonda voce di gaia
esplodi.

Espiri urla di pena
ed allegra tosse e sputi
incandescenze
come piccoli chiodi.
Ancor rendere tuo potere
enorme.

Coprir dapprima
il cerchio il sole
ricoprir di leggera
stoffa grigia ovunque
rimboccar la cenere
alla camera con vista.




Questa foto mi è stata inviata da un amico siciliano che ha la fortuna (sfortuna per certi versi) di poter assistere dal vivo a questo incredibile spettacolo forse a natale le luci saranno ancor più belle. Grazie Gaetano.

sabato 21 dicembre 2013

Imparate la lingua.



La giustizia che in questo periodo fa acqua da tutte le parti è alle prese con un fattaccio che, badate bene, non è proprio una figuraccia, come alcuni vogliono farla passare. Esistono uomini integerrimi, uomini tutti d'un pezzo, uomini che per attitudine si adattano e uomini che sono sempre, (e in questo caso sempre è la parola giusta) fuori da ogni logica. Sappiamo tutti cosa è successo, un uomo pluriomicida pericolosissimo, violento, è riuscito ad evadere, dal permesso premio concessogli da mamma Giustizia, che è costantemente alle prese con chi le tira la giacchetta. Se ne sentono di tutti i colori e questa non è che la solita brutta storia che compete a persone preparate e che dovrebbero fare della sicurezza una lettera impressa a fuoco nella propria vita. Invece, per svista per incompetenza, un uomo che dovrebbe passare dietro le sbarre tutta la vita può andarsene in giro facendo spallucce, al sistema giustizia. A Menton in Francia, forse voleva imparare la lingua, viene riacciuffato. così da poter lasciare ministri e addetti a spiegare quanto la giustizia sia efficiente. Qua parte la frase dell'uomo di strada quale sono. Ragazzi, cancelli e cancellieri, affannati alfani, avete fatto fuggire un uomo che ammazza la gente, d'abitudine, non si può dopo pensare che la gente si beva quanto possa essere a detta vostra, efficace la ricerca di un evaso.


La seconda parte della riflessione è doppia. Una ragazza muore in centro Italia, uccisa. Il processo si dilunga e gli imputati che sono tre, fanno ognuno con i loro tempi, bagagli e burattini, uno lo acciuffano, l'altro va alle Maldive, poi torna, e la terza, torna a casa negli Stati Uniti. E' Amanda. Il processo con elefantiaci tempi riprende, e lei risponde da oltre oceano che non tornerà. Mi fermo e ci penso. Tornerei? Ovviamente no, perché dovrei rischiare il carcere? Che io sia innocente oppure no. Credo che sia un pensiero più che normale chiunque non tornerebbe. In questo pantano gli unici a perderci davvero sono i famigliari, a cui va tutta la mia stima, di Meredith. La povera ragazza che si è trovata in casa a lottare per la vita assieme ad amici che non si sa ancora ma forse erano tutt'altro che amici. Infine rimane un'altra storiaccia per mamma Giustizia. Qualcuno si ricorda ancora dei due fucilieri? Ah si, i due soldati regolari della marina Italiana che sono prigionieri in India. La riflessione forse è ancora più pesante. Facciamo fuggire assassini dalle carceri come fosse nulla, mentre i nostri soldati, che Dio non voglia che siano colpevoli, sono obbligati a rimanere nel paese dove il processo va avanti più o meno con le nostrane tempistiche. Amanda ha imparato l'Italiano, ma non lo userà mai perché non tornerà, forse anche i nostri Marò sapranno l'Indiano al loro sperato ritorno. Non mi leggeranno di persona, ma un messaggio lo mando comunque. Ragazzi qui c'è ancora qualcuno che vi aspetta. Tranquilli non è la giustizia, è il popolo Italiano.

giovedì 19 dicembre 2013

L'impostore e la sua cupidigia.



Diciamocelo. Tutti abbiamo un personaggio nel cuore, che esso sia un letterato uno sportivo, un pilota, un astronauta, un politico, beh, forse i politici sono quelli meno gettonati. In ogni caso noi tutti vorremmo avere la possibilità di stringere la mano della persona che ammiriamo, se poi ci fosse la possibilità di stargli vicino in un momento storico chi si tirerebbe indietro? Credo nessuno. Siamo portati per cultura a immaginarci uomini e donne italiani intenti a "imbucarsi" in luoghi dove solo pochi eletti possono accedere e a fare carte false per avere qualche minuto di notorietà. Siamo portati poi a pensare che certe cose succedano soltanto nel nostro paese. Questa è una pratica che da noi esiste, è inutile smentirsi, la cosa peggiore è che quando un uomo riesce nel suo intento scatta uno strano meccanismo che dipinge sul volto di chi si rende conto della situazione uno strano sorriso sarcastico accompagnato da un pensiero di ilarità. Questa volta però si è esagerato. Immaginate che qualcuno voglia prendervi per i fondelli e ancor peggio immaginatevi che questa persona riesca a farlo parlandovi in una lingua che non conoscete. A quel punto sorridereste ancora? Io personalmente sarei soltanto arrabbiato, e mica poco. 


Sto parlando di quel personaggio diciamo da film (commedia) che in una manciata di minuti in Sudafrica è riuscito a prendere in giro il mondo, attenzione, non soltanto quello che ha la grandissima fortuna di sentirci e parlare normalmente, ma soprattutto quello che ha dei problemi, il mondo dei sordo-muti. L'uomo si imbuca ai funerali di stato di Madiba Nelson Mandela, prende posto di fianco ad Obama, e comincia a fare gesti in una lingua che conosce soltanto lui, in una situazione del genere ci si sarebbe attesi un traduttore nella lingua Lis (il linguaggio dei segni) invece l'impostore sfrutta lo spazio per se stesso, inventa di sana pianta gesti inutili, ma la maggior parte delle persone presenti non conosce la lingua e si fa prendere per il naso. Ho scoperto che anche la lingua dei segni è associata alla lingua del paese di provenienza, ma questo sicuramente non può essere un alibi. I concetti sono due. Il primo è che gli organizzatori del paese sud africano si sono fatti trovare completamente impreparati, (o complici) il secondo è che al mondo in qualunque parte si guardi l'ego di alcune persone sovrasta ogni cosa, con disprezzo e cupidigia. Benché italianissimo, non ho sorriso alla notizia e non sorriderò se ancora se ne parlerà, semplicemente perché è una di quelle cose che non fanno ridere. Per niente.         

mercoledì 18 dicembre 2013

Il lottatore.



Il lottatore.

Chiuso nel tuo abbraccio
nell'autunno la tua mano
è il rimanerti in grembo.
Al duomo resta
solo il bianco e il nero
mentre ogni memento
legato ai tuoi mattoni rossi
è tinto di colori
accesi nel mio
amarti intensamente
nel bramarti
ogni anno ai santi
e ai demoni
che ho imparato
a combattere per te.


Perchè a volte prima di amare, bisogna saper combattere i demoni e i santi che vivono il nostro dentro!

domenica 15 dicembre 2013

La storia del signor Angelino.

Ci sono stati gruppi musicali, ci sono state denunce, vittime sono grandi e piccini, basta un momento e tutto è sparito, solitamente, non si trovano più con buona pace dei proprietari. Sto parlando di ladri di biciclette. Qualche mese fa balza agli occhi la notizia che sono state rubate 16 biciclette, ma non biciclette qualunque, quelle dalla nazionale russa di ciclismo per un valore di 200000 euro, ovviamente il furto è avvenuto in Italia.
Se si spulciano i giornali locali si arriva anche a trovare notizie riguardanti i furti che avvengono su tutto il territorio nazionale delle "biciclette in affitto"quelle che i Comuni hanno comprato con i soldi dei contribuenti pensando e sperando in un largo utilizzo da parte della cittadinanza. Anche in questo caso i furti sono sovente la causa della mancanza totale della sicurezza legata all'idea del bene comune. Qui si aprirebbe un enorme discorso articolato su quanto noi povera gente siamo nulla rispetto un sistema che purtroppo ama chi delinque e obbliga a piegarsi gli onesti, ma sorvolo e riporto una riflessione del vicedirettore de La Stampa che in un suo monologo a Che tempo che fa, spiegava come le cose a volte possono essere diverse.

La storia vera tratta di un signore distinto che va in vacanza in Sicilia, ha con se una bellissima e fiammante bicicletta nuova del valore di circa tremila euro, questo signore si reca al porto lascia la bicicletta appoggiata ad un muro senza catenaccio, e va per mare velando per un paio di orette.
Al ritorno trova la sorpresa. Manca la bici. Probabilmente è stata rubata. Si lo è, si decide dunque di fare denuncia, in questo caso si muovono polizia e carabinieri, si mette in moto la macchina dello stato e la bicicletta in circa due ore e mezza viene ritrovata. Il signore, che si chiama Angelino e fa un lavoro "onorevole" ringrazia le sue forze dell'ordine per l'efficienza e la caparbietà dell'operazione. Spero che non vi succeda, ma se dovessero rubarvi la bicicletta fate denuncia, non si sa mai che le cose siano cambiate davvero. Per gli stranieri invece, che siano turisti, o campioni del mondo, non fa differenza, sappiate che purtroppo l'Italia è anche questo. E che un vecchio spot diceva per tutto il resto c'è Master card. Ma soprattutto sappiate che in questo paese le persone oneste ci sono e sono parecchie.  

mercoledì 11 dicembre 2013

I coraggiosi della ragione, della civiltà.



L'inciviltà. Quante volte abbiamo sentito urlare questa parola da destra e da sinistra? Ogni volta che si parla di una protesta si sente quel non so di ribrezzo, perché nei momenti più bui della protesta come quella di Genova messa a ferro e fuoco, dove un giovane è stato colpito a torto o ragione da una pallottola oppure del ragazzo, Luca, che è rimasto quasi folgorato salendo su un traliccio per la protesta No Tav, si ha un agrodolce pensiero diviso a metà tra la durezza delle forze dell'ordine e le ragioni della manifestazione. Sono sceso in piazza anche io questa volta, ci sono andato per raccontare la cronaca di un gruppo, non troppo numeroso, di manifestanti della mia città ci sono andato per la mia piccola testata locale, ma una volta li ho capito che stavo dalla loro parte, che ormai mi ero schierato, che stavo li tra la gente non solo per raccontare ma per presenza, per partecipazione, oltre gli slogan, il megafono, le bandiere, oltre ogni simbolo che una protesta si crea e segue. La protesta è buona fin che rimane tale senza recare violenza a nessuno. Si dovrebbe avere molto più spazio questo post è uno stralcio del mio pensiero che non può stare tutto intero qui dentro.


La riflessione del giorno passa proprio di qui. Abbiamo sentito tutti la notizia che a molti ha dato sui nervi, che ad altri ha recato fastidio, e ad altri ancora ha fatto venire la pelle d'oca, questa azione incredibilmente inaspettata, ha riportato a tutti come stanno davvero le cose questa azione è stata sotto ogni punto di vista quella più coraggiosa in questa protesta che attraversa l'Italia trasversalmente. Sto parlando ovviamente dei poliziotti che hanno deciso di togliersi il casco a pochi passi dai manifestanti. Solo per questa azione il gruppo di poliziotti secondo il mio punto di vista si meriterebbe davvero una medaglia al valore. A seguito di quello che è successo, le alte cariche, gli ufficiali, si sono sbrigati a dire che era un azione prevista e che è stato un ordine dato per placare l'ira della folla. Sinceramente guardando le fotografie di piazza tra i poliziotti vedo dei ragazzi della mia età, sulla trentina, con i miei stessi problemi, vedo ragazzi che fanno un lavoro rischioso, che vengono sballottati da una parte all'altra dell'Italia con pochi giorni di preavviso, vedo ragazzi che vorrei avere come amici, vedo ragazzi che sono stati addestrati, sempre che si possa fare a dare manganellate e a difendersi dietro uno scudo dato in dotazione da mamma Italia mettendo in pericolo la loro stessa salute. Sarò all'antica ma il mio pensiero è soltanto uno, quando ti guardi allo specchio, e vedi te stesso con due facce, una chiusa dietro un casco antisommossa e l'altra sotto un caschetto da cantiere poco importa, la vera vita ti dice che è l'ora di farla finita e di rimanere tutti dalla stessa parte. Non c'è scusante per i Black Blok, non c'è ragione per quelle persone che cercano lo scontro ad ogni costo, non c'è ragione che stia dalla parte dei violenti. La ragione la si deve utilizzare bene, non soltanto per aver ragione di altri, ma per aver ragione assieme. Non potete vederlo ma da parte mia ai poliziotti faccio un applauso e un sorriso, non posso far di più ma il coraggio va riconosciuto. Bravi ragazzi avete dato a tutti una lezione di civiltà!