Quante volte mi sono sentito l'ultimo? Davvero tante, l'ultimo a scuola, l'ultimo nello sport, ultimo, invidiando un amico con una macchina lussuosa e una bellissima morosa. Quante? Davvero tante, davvero troppe.
Questa volta mi sento ultimo nel mischiarmi tra gli ultimi. Circa cento anni fa alcune generazioni vennero completamente spazzate via dalla lunga mano nera della guerra. E oggi? Non credo di poter definire questo uno stato di guerra sicuramente è uno stato che deprime come la guerra, perchè ti fa sentire ultimo della classifica per l'istruzione, perchè ti fa sentire ultimo tra i grandi, e perchè ti fa sentire ultimo in mezzo agli ultimi, ti fa vedere persone che conosci andarsene e persone sconosciute andarsene per sempre.
Devo fermarmi. Rifletto. Come ci sono usciti i nostri nonni da un pastrano così pesante inzuppato di vergogna? Il tempo è passato, non sappiamo come reagire. Non lo sappiamo più dove andare, sappiamo abbaiare alle cose che secondo uno o l'altro capobranco si devono fare. Viene in mente di partire in qualche modo dal coraggio. Cercare una via che possa farti pensare a qualcosa di nuovo, a qualcosa che sappia di impresa, che sia, edile, elettrica, commerciale, o di qualsiasi settore. Ed è proprio li che si è inceppato l'ingranaggio ed è proprio li che non funzionerà più. Abbiamo vissuto di debiti per circa trent'anni tali che si estingueranno tra altri quindici anni. Sempre in debito. Tutto quello che abbiamo avuto è nato dal debito. Bene, la conclusione è ormai amara. Tanto amra da non poterla deglutire. L'idea, l'impresa e la buona volontà non saranno più di casa. Chi ha (senza debiti) avrà ancor di più. Come un'onda che li spinge verranno alzati dalla corrente. Chi non ha, (o chi ha debiti) verrà schiacciato dalla stessa onda con la stessa forza verso il fondo. E non ci servirà saper nuotare. Pur essendo stato l'ultimo a cascare.
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