Combusto
participio passato.
Precisamente 1949 anni fa Roma rimase
preda, di un vastissimo incendio che distrusse gran parte della città, causando
migliaia di morti e ancor più senza tetto.
Si sono fatte analogie di tutti i tipi.
Oggi la riflessione scaturisce da un fatto orribile successo ieri, un muratore
che aveva costruito, un sogno, la propria casa con le sue mani ha deciso di
darsi fuoco, perché non poteva appianare il piccolo debito contratto con la
banca.
L’analogia è corsa veloce al grande
incendio di Roma che per motivi politici (e personali) venne appiccato dal
proprio imperatore Nerone. Quest’ultimo senza farsi grossi problemi decise di
distruggere mezza città, di uccidere con le sue mani gran parte della
popolazione, di lasciare senza casa migliaia di persone e men che meno lasciare
sul lastrico famiglie intere. Molti storici identificano l’antica Roma come una
società sicuramente progredita, complessa e soprattutto capitalista. Ci si
interroga dunque se in questo momento storico non ci si trovi nella stessa
situazione. Le differenze sono certamente molte e diverse tra loro, ma il filo
rosso c’è e si può vedere. Ci sono ancora consoli, diplomatici, e uomini di
politica che hanno grandi possibilità, ma stanno nelle quinte aspettando che l’imperatore
si decida a cambiare registro. Il nuovo imperatore purtroppo non ha un volto
definito e meno ancora un figura riconoscibile, il nuovo imperatore si chiama
organizzazione, meglio conosciuta come banca.
All’imperatore non interessa se le
persone muoiono di colpe non proprie come la crisi all’imperatore non interessa
che migliaia di persone vadano sul lastrico, all’imperatore, non frega niente
di nessuno. All’imperatore interessano soltanto i propri scopi personali. Le
persone oneste rimangono vittima del rogo appiccato dall’imperatore, e si sa,
dal fuoco non v’è scampo, l’unico modo per salvarsi dal fuoco è fuggire, e
solitamente chi riesce meglio nel fuggire rapido? I giovani.
Le persone di una certa età non possono
salvarsi. Questo signore superava i sessant’anni ed era ancora in attività perché
lo stato, complice dell’imperatore, non gli ha più permesso di andare in
pensione. Tutto questo è giusto? Io credo di no. Purtroppo ci siamo fatti
vincere dalla matematica, non interessa più avere un riscontro personale,
interessa soltanto avere un numero che non abbia il segno meno davanti, anche
lo zero va bene purché positivo. Se si è in rosso lo si è per colpa delle
organizzazioni che hanno appiccato l’incendio e che ridono del morire e della
rovina della gente comune suonando l’euro (la lira non c’è più) come fece a suo
tempo il malvagio e interessato Nerone.
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