mercoledì 15 maggio 2013

Combusto participio passato.



Combusto participio passato.
Precisamente 1949 anni fa Roma rimase preda, di un vastissimo incendio che distrusse gran parte della città, causando migliaia di morti e ancor più senza tetto.
Si sono fatte analogie di tutti i tipi. Oggi la riflessione scaturisce da un fatto orribile successo ieri, un muratore che aveva costruito, un sogno, la propria casa con le sue mani ha deciso di darsi fuoco, perché non poteva appianare il piccolo debito contratto con la banca.
L’analogia è corsa veloce al grande incendio di Roma che per motivi politici (e personali) venne appiccato dal proprio imperatore Nerone. Quest’ultimo senza farsi grossi problemi decise di distruggere mezza città, di uccidere con le sue mani gran parte della popolazione, di lasciare senza casa migliaia di persone e men che meno lasciare sul lastrico famiglie intere. Molti storici identificano l’antica Roma come una società sicuramente progredita, complessa e soprattutto capitalista. Ci si interroga dunque se in questo momento storico non ci si trovi nella stessa situazione. Le differenze sono certamente molte e diverse tra loro, ma il filo rosso c’è e si può vedere. Ci sono ancora consoli, diplomatici, e uomini di politica che hanno grandi possibilità, ma stanno nelle quinte aspettando che l’imperatore si decida a cambiare registro. Il nuovo imperatore purtroppo non ha un volto definito e meno ancora un figura riconoscibile, il nuovo imperatore si chiama organizzazione, meglio conosciuta come banca.
All’imperatore non interessa se le persone muoiono di colpe non proprie come la crisi all’imperatore non interessa che migliaia di persone vadano sul lastrico, all’imperatore, non frega niente di nessuno. All’imperatore interessano soltanto i propri scopi personali. Le persone oneste rimangono vittima del rogo appiccato dall’imperatore, e si sa, dal fuoco non v’è scampo, l’unico modo per salvarsi dal fuoco è fuggire, e solitamente chi riesce meglio nel fuggire rapido? I giovani.
Le persone di una certa età non possono salvarsi. Questo signore superava i sessant’anni ed era ancora in attività perché lo stato, complice dell’imperatore, non gli ha più permesso di andare in pensione. Tutto questo è giusto? Io credo di no. Purtroppo ci siamo fatti vincere dalla matematica, non interessa più avere un riscontro personale, interessa soltanto avere un numero che non abbia il segno meno davanti, anche lo zero va bene purché positivo. Se si è in rosso lo si è per colpa delle organizzazioni che hanno appiccato l’incendio e che ridono del morire e della rovina della gente comune suonando l’euro (la lira non c’è più) come fece a suo tempo il malvagio e interessato Nerone.      

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