martedì 14 maggio 2013

O di notte, O di note che siano.



La violinista Alzheimer.

Tu che sei stata linfa
Che mi hai scorso
Dalle radici viscose
Alla folta chioma
Di foglie e di riflesse voglie.
Sei sguardo svuotato
Del nostro assieme
Passato.
Sei tornata
Nel tempo bambina
È disgrazia
Il logorio silente
Dirti sì, ogni giorno
Assecondar assente.
Eppur ricordo
Il tuo giovane bel volto
La bell’età
Dove t’ho colto
E spalle scoperte al sole.
Eppur ancor t’amo
Ormai senza parole
Anche ora a ore grigie
Anche ora che ripeto
Il tuo nome mille volte
Di giorno,
O di notte,
O di note che siano.

Nessun commento:

Posta un commento