Ho conosciuto nella mia vita diversi professori, di scuola superiore. Quasi tutti sono sempre stati gentili e/o professionali, mi trovo quest'ultimo anno a vedere da vicino il lavoro di alcuni di essi perchè ci sono dentro, dall'altra parte della cattedra. Sono uno studente. Le mie fotografie magari tradiscono la mia età, ora mi spiego, è che mi sono svegliato tardi anche con la scuola e adesso devo faticare due volte per prendere il mio agognato diploma I.t.i.s, Pubblica serale. Si, serale, si pubblica e ellora? E lo so che il buon Silvio ha deciso di deridere le scuole serali, chi le frequenta, e di tagliare ogni fondo per mantenerle, senza rendersi conto però, a suo tempo, di aver incaricato una ministra dell'istruzione incapace, che aveva frequentato la scuola a Milano e poi aveva dato l'esame a Reggio di Calabria, chissà perchè poi?!? Ma questa è un'altra storia.
La riflessione del giorno è questa. Si sentono suonare campane a destra e a manca sul problema della "selezione naturale dello studente" e sulla "meritocrazia" che dovrebbe esserci tra studenti e insegnanti. Bene da ragazzino la meritocrazia la vedi come una cosa politica e non ti passa nella mente che possa esser qualcosa di estremamente utile, dunque perchè impegnarsi a fondo? In effetti se mi ci rivedo anni fa mica faceva una grinza. Il problema sorge quando sei adulto e ti devi confrontare con professori ovviamente adulti, da adulto. Cominci a comprendere un po il funzionamento, cominci a capire come mai alcune cose funzionano e altre no, insomma riesci a vedere quello che quando eri un ragazzino non potevi vedere. Alcune cose sono uguali a quelle di una volta, dunque un buon professore, è sempre un buon professore, con il quale parlare, confrontarsi, e cercare di trovare una quadra quando sei nei guai, poi c'è la professoressa che vede soltanto tutto di colore rosso degli anni sessanta, lotta di classe e tutto ciò che ne è scaturito. Poi ci si trova anche davanti la tipologia di professore, quello che non ha capito cosa vuol dire essere professore, quello che da ragazzino era un secchione tutti lo prendevano in giro e riversa la sua frustrazione su chi adesso DEVE subirla, (vi assicuro che non si fanno sconti nemmeno agli adulti) senza che si rendano conto di quanto sono ridicoli ai nostri occhi. Ma tant'è ci sarebbe da parlare per ore. La cosa che davvero salta all'occhio però ad un adulto che si avvicina alla scuola come studente è che un adulto vede la differenza netta che c'è tra un professore precario e un professore di ruolo. Il professore di ruolo forte della sua "capacità" si può permettere di essere intransigente e di non seguire gli alunni , ma soltanto il suo programma che deve andare avanti a tappe forzate e non può ricevere battute di arresto si deve combarrete e chi rimane indietro perirà, non vè via di fuga, non siamo mica l'esercito degli Stati Uniti d'America che non lasciano indietro nessuno. Qui siamo la scuola italiana e ce ne sbattiamo. E' ora di meritocrazia!
Se guardo i professori precari, loro si che cercano di darti una mano, ti spingono, cercano di starti vicino e se necessita fermano il programma anche per due settimane ma non lasciano indietro gli studenti, forti del contrario dei professori descritti prima, a loro arrivata l'estate li licenziano, e allora che hanno da perdere? Bravi davvero, la meritocrazia non deve soltanto far saltare fuori i migliori altrimenti si chiamerebbe migliorcrazia, che secondo me è quella che esiste negli USA dove il migliore di solito ha lo sponsor. La meritrocrazia secondo me dovrebbe essere dalla parte del professore che aiuta tutti gli studenti e non dalla parte degli studenti che subiscono il professore.
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